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La Gen Z in rivolta: proteste antigovernative in Madagascar e Marocco

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13/10/2025

Dopo che il mese scorso delle proteste giovanili hanno fatto cadere il governo nepalese, adesso anche i giovani di altre nazioni hanno cominciato a protestare.

In Madagascar, per esempio, sono in corso delle proteste antigovernative contro la frequente mancanza di acqua e elettricità nel paese. Guidate da un collettivo nato sui social che si chiama Gen Z Madagascar, a evidenziare la grande presenza giovanile, le proteste sono iniziate il 18 settembre, quando tre consiglieri comunali hanno annunciato una manifestazione il 25 per protestare contro la scarsità idrica. L’arresto di due di loro il giorno seguente, accusati di aver forzato l’ingresso dell’edificio del Senato, ha contribuito ad alimentare la rabbia della popolazione, che il 24 settembre è scesa in piazza in una manifestazione spontanea, guidata dagli studenti del Politecnico di Antananarivo. Le proteste sono proseguite nei giorni successivi, in cui secondo le Nazioni Unite sarebbero morte almeno 22 persone a causa della repressione della polizia, e il 30 settembre hanno portato allo scioglimento del governo. I manifestanti, però, non si sono fermati, e hanno continuato a chiedere le dimensioni del presidente Rajoelina, che andò al potere la prima volta in seguito a un colpo di stato militare. Il 6 ottobre è diventato primo ministro il generale Zafisambo, e l’8 ottobre il presidente ha convocato un’assemblea nel palazzo presidenziale, invitando i manifestanti ad instaurare un dialogo. Questi però hanno rifiutato, chiedendo scuse pubbliche per le violenze della polizia e le dimissioni di Rajoelina. Le manifestazioni sono dunque continuate, e sabato 11 ottobre un contingente dell’esercito si è schierato con i manifestanti, dichiarando il giorno successivo di avere il controllo di tutto l’esercito. Ha smentito però l’accusa di colpo di stato fatta domenica dal presidente Rajoelina, dichiarando di <<aver solo risposto alla chiamata del popolo>>.

Anche in Marocco questi sono giorni di protesta: il comitato Gen Z 212, che si è organizzato soprattutto su TikTok e Discord, ha organizzato a partire dal 27 settembre manifestazioni pacifiche spontanee in diverse città del paese, come Rabat, Casablanca, Marrakech e Agadir. I motivi delle proteste sono sempre gli stessi: i manifestanti accusano il governo di non investire abbastanza nella sanità e nell’istruzione, prediligendo la costruzione di infrastrutture che non possono essere sfruttate dalla maggior parte della popolazione. Il governo marocchino, infatti, ha stanziato ingenti fondi per la ristrutturazione e costruzioni di diversi stadi, in occasione dei mondiali di calcio del 2030, che il paese ospiterà insieme a Spagna e Portogallo. A subire più di tutti le conseguenze di questo sviluppo asimmetrico sono proprio i giovani, come dimostra il tasso di disoccupazione giovanile marocchino. Nonostante le settimane di protesta, però, non sembra che le richieste dei manifestanti stiano venendo ascoltate: il numero degli arresti supera infatti le 400 persone e anche Mohammed VI, a cui i manifestanti si sono appellati più volte, chiedendo di sciogliere il governo, ha solo chiesto che vengano fatte delle riforme, restando molto defilato.

Ricerche e redazione

Anna

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