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La scuola da fare

  • Categoria dell'articolo:Inchieste
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Nel nostro gruppo abbiamo discusso sulla questione della riapertura delle scuole e sul fatto che sembra, a quanto mostrano i media, che tutti gli studenti siano a favore. Per interrogarci avevamo risposto ad alcune domande di un questionario che poi abbiamo voluto proporre anche ai nostri amici: alla fine le risposte complessive sono state 119. Forse non sarà perfetto o completo ma i risultati ci sembrano interessanti. Sotto trovi i diagrammi che riassumono tutte le risposte e qui di seguito le nostre considerazioni

La scuola secondo i ragazzi: opinioni a confronto

La nostra piccola indagine sulla scuola, per come è stata condotta, non offre garanzie sostanziali di precisione e correttezza, ma il fatto che il questionario sia girato in maniera autonoma e libera attraverso il passaparola ci consente di dare fiducia alla genuinità dei suoi risultati.

Le prime due domande dell’indagine (potete trovare tutti i risultati sul sito www.teenformo.it) sono relative alla questione della riapertura delle scuole: come si può vedere in figura, gli studenti mostrano una forte eterogeneità delle opinioni.

Anche tra di noi, nella discussione dei risultati, sono a volte emersi pareri discordanti: qui abbiamo scelto di riportare le opinioni più condivise.

Secondo alcuni, l’idea che tutti gli studenti vogliano tornare subito a scuola è diffusa dai giornalisti per fare pressione sul Governo e sulla politica e arrivare più velocemente a questo risultato.

Gli studenti che manifestano sono la minima parte rispetto a quelli che stanno a casa e che non vogliono tornare a scuola. Ci sono poi situazioni diverse: in classe di uno dei ragazzi, per esempio, c’è un gruppo di studenti che manifestano per tornare a scuola e sono sostenuti anche da alcuni insegnanti; una richiesta che non viene influenzata dal fatto che i contagi non calano. In realtà, però, anche in questo caso, sono molti gli studenti che non manifestano e rimangono a casa: l’idea è che per loro la chiusura delle scuole è giusta ma non sentono la necessità di manifestare in tal senso.

Per alcuni la riapertura delle scuole da qualcuno è vista come un controsenso: da una parte c’è un alto indice di trasmissibilità del virus, tale che non si possono tenere i locali aperti; dall’altra si fanno incontrare in un istituto scolastico centinaia e centinaia di studenti (anche quando si apre al 50%) che, dentro la scuola, all’esterno o sui trasporti si incontrano e si avvicinano… Non sembra molto giusto.

Con la seconda parte del questionario, relativa alla valutazione della Didattica A Distanza, la situazione appare eterogenea e bisogna fare considerazioni distinguendo da scuola a scuola, da classe a classe.

In effetti il giudizio sulla DAD è altalenante: c’è chi la giudica positivamente e dice che gli insegnanti sono preparati ad usarla, tecnicamente e metodologicamente, ma c’è anche chi sostiene l’esatto opposto.

Tuttavia a molti appare che dall’inizio della Pandemia la DAD non è cambiata e, spesso, è anche peggiorata.

Il vero problema, però, non è legato alle attrezzature e alle competenze tecniche ma alla motivazione e allo stimolo allo studio. La DAD ha appesantito l’attività scolastica e la voglia di studiare è diminuita così come la concentrazione. Riuscire a stare attenti da casa per ore è difficile perché comunque ci sono distrazioni e nessuno che ti possa aiutare; prima, quando si andava a scuola, ti rimaneva qualcosa in più dalle ore passate in classe.

Sostenere che non è necessario tornare subito a scuola e affermare che le lezioni in presenza sono migliori non è contraddittorio. Il problema è il metodo usato per la DAD: da un anno è sempre lo stesso e non ha dato grandi risultati. Ma, nonostante questo, c’è paura di cambiare; in Italia il metodo d’insegnamento è sempre quello, mentre in altri stati le cose sono più moderne.

E poi, ad aggravare il tutto, c’è anche il problema della valutazione. Molti, infatti, raccontano che oggi se prendi un buon voto, c’è il sospetto che sia ottenuto in modo scorretto. Così, quando arrivano le verifiche, sono impossibili e richiedono che si studi tanti argomenti in più. Anche in questo caso la cosa non capita sempre, ma il tempo che tutti gli studenti passano a studiare (praticamente tutto il giorno), dimostra che l’impegno richiesto è molto alto. Un’altra cosa che sembra contraddittoria è che l’interazione tra ragazzi, con la DAD che pure permetterebbe molte possibilità di reciprocità e circolarità, è diminuita: è anche vero che i ragazzi segnalano che tale interazione era ai minimi già prima della pandemia.

In definitiva dai ragazzi non arriva un giudizio positivo per la DAD nel suo complesso, ma anche un invito a modificare il sistema di studio, rendendolo più moderno, anche quando l’emergenza Covid sarà terminata.

La speranza è che prima o poi un cambiamento, anche a livello molto alto arrivi. Tuttavia si tratta di una aspettativa legata al futuro perché con l’attuale generazione di politici e governanti ben difficilmente potremo vedere cambiare qualcosa.

Paolo, Sara, Francesco e tutti i ragazzi di Teenformo.it

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